19 September 2014

DI formicai allagati, coerenza cardiaca e amore... il chercheur intanto

Avere *un* chercheur per compagno significa vederlo tornare a casa preoccupato, un bel giorno, e farsi imbastire (altrimenti detto: farsi fare una testa tanta) per mezzora sui formicai allagati dalle recenti abbondantissime precipitazioni a carattere temporalesco.

No, ma quando esci devi vedere il muretto qua sotto, è nero pieno di formiche. Poverine

Del resto, per le formiche, lui c'ha un amore che dura da anni e anni. Come -e anche più ancora- che le pigne, le formiche gli hanno fatto compagnia in anni e anni di attesa alla fermata dell'autobus, all'epoca del dottorato, nella prima vita francese (lacrimuccia di nostalgia). Le formiche, lui, è capace di osservarle per ore, ne è affascinatro, le aiuta fino. Lui, le formiche,  negli anni le ha studiate e ora sa tante cose su principesse, regine che si strappano le ali, danze nuziali e capacità riproduttiva incredibile. O più o meno, l'esperta non sono io!

Hanno fatto tutti buchi intorno al formicaio, capisci? Per fargli prendere aria così si asciuga! E ora sono tutte fuori, capisci? Anche le principesse, quelle con le ali, quelle non escono mai. Invece ora sono tutte fuori, ti rendi conto? Devono salvare il formicaio e allora corrono impazzite, ognuna con un uovo in bocca. E' uno spettacolo incredibile

E' ormai sera, ha smesso di piovere, e mi sento molto in colpa perchè mi sono dimenticata di andare a vedere il formicaio sotto casa e le sue meraviglie.


Il racconto di come il chercheur finirà a studiare la coerenza cardiaca la prossima volta... appena trovo un buco energetico-temporale

to be continued

14 September 2014

Madeleine

Un picnic in una vigna assolata, tanto sole e calore e un cielo blu. Uva dolcissima da portarsi a casa, chè quest'anno niente vino. Alcuni teli a terra, cose buone da mangiare (la mia seconda parmigiana di melanzane, forse la crisi in cucina si sta sbloccando, il chercheur dice che almeno non mi revocano il passaporto calabrese...). Bimbi che corrono, altri gattonano o dormono sul seno della mamma. Persone nuove, un po' di entusiasmo, un po' di imbarazzo, un po' di panico, siamo pur sempre selvatici. Ogni tanto mi rendo conto che sono in apnea e allora respiro più a fondo e allora va meglio. Poi due chitarre che strimpellano e canticchiano canzonette francesi. Ed è come addentare una madeleine, ma ancora indefinita, mi prendono dei brividi e un calore dentro e canto un pezzettino insieme alle due chitarre

...je l'aime à mourir...

Non so dove avevo già sentito questa canzone, non so in quale vita, sotto quale cielo, ma mi prende le viscere e me le attorciglia. Eccola qui, per chi la volesse





05 September 2014

G+5

Al giorno meno due (G-2) il chercheur gli ha preso il colpo della strega, mentre sollevava il Pistacchio più pesante del mondo. Al G-1 ho cucinato tutta mattina e ho gestito la pesantezza del Pistacchio, nel pomeriggio mi sono fatta un bagno caldo. Ho poi ripercorso tutte le cose che forse avrei dovuto evitare, ma lo so, lo so bene che non c'è una singola cosa che avrei dovuto o non avrei dovuto fare ed è sciocco pensarci. Anche se questa filosofia un po' estremamente darwinista racchiusa nella legge del tutto o nulla che il personale medico (francese?) continua a ripetere, mi innervosisce, mi disturba. Che non serve il riposo, non c'è accorgimento che tenga, non serve un integratore di progesterone, solo per fare degli esempi. Che la Natura seguirà comunque il suo corso. E io mi innervosisco perchè sì c'è il tutto, c'è il nulla, ma in mezzo ci sono una miriade di altre possibilità. 


Al G+1 mi sentivo ogni secondo sull'orlo dello svenimento, come se in me circolasse la metà del sangue necessario a sostenermi, come se  le mie gambe fossero di piombo.


AL G+2 ho pianto l'Oceano Atlantico, il Pacifico non poteva essere.


 Al G+3 mi sono sentita fisicamente arrabbiata. Al mattino ho rifatto il dosaggio delle beta che per fortuna scendono velocemente senza lasciar temere problemi irreparabili. La Natura me ne  ha dato una, ci tenevo a sapere che non fosse in pericolo. Non riuscivo a stare ferma e mi sentivo arrabbiata, nervosa. Sono riuscita a fare un paio di cose molto utili e che aspettavano da tempo, ordine tra tutti i conti e i documenti di rimborso delle spese mediche e l'acquisto del nostro primo telefono fisso. Nonostante il mio "desiderio" più grande fosse sdraiarmi e distrarmi, lobotomizzarmi con qualche stupido video. Poi un desiderio di correre, di andare più veloce possibile, di smaltire questo qualcosa che ho in corpo e mi da rabbia, il pensiero che fosse  ancora presto.


Al G+4,   doveva telefonarmi la ginecologa e mentre non lo faceva la rabbia  montava ancora di più.  Poi sono andata a scegliere i miei primi occhiali da vista, cosa che trascinavo da mesi (e l'anno scorso dicevo che l'ottico sotto casa non mi serviva...), ho fatto la spesa, una lavatrice, poi ho ascoltato il mio corpo. Ho infilato la tuta, le scarpette e son corsa via su per Sans âme verso Frittole. Correvo, correvo e pensavo che questo quartiere noi lo pensiamo male e invece ci ha dato tanto. Sono tornata a casa, ho pranzato, una doccia galattica, preparato la cena. 


Al G+5 ho sentito voglia di un caffè, io che sono disintossicata da parecchio tempo, l'ho bevuto, mi sono seduta a tavola, ho aperto il pc. Penso di essere pronta ad andare. Ancora un po' più spaventata e umile, leggermente più curva, ma più viva di prima e questo è un gran ben.

Sento a fior di labbra alcune parole che ho letto qualche giorno fa, sullo schermo di una donna molto forte:
se una cosa non dipende solo da te per riuscire, tu non puoi dipendere solo da quella cosa per essere... 

ci provo

03 September 2014

Lettera ad una Matrioska

From: squabus
Date: 4 July 2011 16:31
Subject:  bad and good news
To: matrioska


HI M.,
I was not able to call you: as you know I get in panic and blocked by the phone, but still this is a difficult mail to write.
I always think I can keep up, I can manage, I always guess there is someone else that needs more help than me... and that I can deal with this. So I keep being quite waiting for my moment. But the point is that it would be better for me to talk about this as soon as possible. I know I will have to call you, meanwhile i felt like writing, I hope you will find this email...

Life has been quite shaken in only few days. I have been in Italy to see my mum last week. I  am happy I did it because my dad was not giving me the complete information.
She is dying, they do not know when, they do not say much, but she has metastasis all over the spine, the hearth, the bones, she got multiple fractures and she can't walk and probably she will never again.
I was impressed by the strength I found in my self to keep up. The question I ask my self and I worry  about is if I will be able to keep this strength until the end? She is so angry and closed in her self, she built this big wall and it is not possible to truly communicate. It has not been easy to stay with her, but it felt right and good for me. I would have felt worse elsewhere. I decided to come back to D. for two very clear and important reasons: one is that I am afraid the worse with her has still to come: I am deeply worried about (and if - doctors prefer to be extremely cautious in giving "perspectives") she will be able to go home. My dad can't manage this and even if he could, the situation would anyway be so bad and unhealthy for both of them. I have been thinking so much in these days about this guiltiness feeling we are working on. I am sure I am improving someway, because I see  I manage to get rid of useless and totally out of place feelings and concerns.
Still, I am not able to consider myself as a completely separate entity from all this situation.
I have been trying to write down about this but I do not get to explain it clearly. Anyway it is not simply that I feel guilty.
It is like I know that something terrible or wrong is happening and I have to do something to prevent worse things to happen.

The second reason I came back is because after 1 week of 8 hours average at the hospital I was starting to feel tired and this is a moment to recover strenght. Not only for my mum. I found out the day before leaving that I am pregnant. I am so happy and feel deep in myself that everything will be ok, that i will be able to take care of this life. But still i know i have still a lot to fight, to improve and find more stability, because this baby, F. and I: we all deserve it.

We have an appointment set for 13th July at 16.30, but I would be relieved if we could also meet before.
Thanks a lot

01 September 2014

in attesa

come arrivare fino a martedì?

Ma anche a lunedì sera per cominciare.
Col fiato sospeso, sicuramente. A testa bassa e con molta cautela. Un passo per volta.

L'incazzatura mi porta fortuna, parrebbe. O almeno sto sperando che sia fortuna. Che non sia solo un anticipo di speranza seguito da tanto dolore.
Il giorno dopo aver scritto quel post tutto incazzoso sull'utero a banana e tutto il resto, mi svegliavo ad ore antelucane - e questo non è una novità-  andavo in bagno dove avevo preparato una confezione di bicchierini di plastica. Per le buone occasioni. Dopo aver pisciato con molto amore e molta cautela nel mio bravo bicchierino ci immergevo uno stick e aspettavo qualche minuto.

Positivo. Banda lievissima, ma positivo. Parrebbe che il mio utero a banana sia abitato. Tutta cauta sono tornata a letto con gli occhi fissi al soffitto.
Quando il chercheur si è svegliato gli ho comunicato la notizia, sempre con molta cautela. L'ho già detto che mi sento di essere molto cauta? Cauta ora è il mio secondo nome. Squa quella cauta.


Qualche giorno dopo andavo a fare le prime analisi. Quelle che spero essere le prime di una lunga serie, spero perché i risultati non sarebbero incoraggianti. Ecco io in realtà ho cominciato a scartabellare l'internet e ravanare in google scholar a cercare informazioni, dritte e dati scientifici.  MI sono molto arrabbiata (visto che porta bene) per il fatto che in alcuni paesi i valori che ho visto nero su bianco sotto il mio nome e alla giovanissima epoca di gestazione non sono affatto allarmanti, mentre in altri si. Magari non siamo tutti uguali, magari c'è un fattore geografico concomitante e le americane certi valori ce li hanno più bassi, mentre le francesi e le italiane no, schizzano subito in altro. E mi ero promessa che la parola beta non la dicevo, ma ora forse l'ho fatto. Ho davvero detto beta? Troppo tardi, l'ho detto. 


Che poi io le beta non le avevo mai fatte prima, ho avuto una gravidanza da persona ignorante, incosciente e soprattutto inconsapevole dei propri limiti e del poco spazio che avesse da offrire all'abitante. Sto giro, se dovesse davvero girare, mi toccano molte paturnie, non solo per la difficoltà ad arrivare a questa nuova seconda lineetta del test, ma per tutti gli scenari che si prospettano da qui in avanti. Alta frequenza di aborti anche tardivi e parti prematuri che vanno a braccetto con un utero unicorne. Ma mi dico anche che sapere di avere questa condizione è già un grandissimo vantaggio, perchè magari quelle cose lì succedono a chi non sa, forse dovremo ringraziare un giorno di non esserci riusciti con tutta questa facilità, forse l'altra volta abbiamo danzato sul fuoco.
Magari un giorno qualcuno me lo dirà  che sono stata brava, che non mi sono fermata ad ascoltare chi diceva, just relax e ho voluto indagare e analizzare. Ad analizzare sono brava. E' a tirare le fila che faccio schifo.

Io comunque sto bene. Fin troppo. Zero (o quasi) nausee, e leggendo c'è chi dice che la nausea è direttamente correlata al livello di beta. Appunto. Che poi quando mi chiedevano della prima gravidanza dicevo che ero molto sorpresa che nonostante il periodo devastante sul piano emotivo, fisicamente stavo bene. Certo stanca e provata, ma zero nausea, zero vomitilli, zero disturbi tipici della gravidanza. NEanche il male alle tette per dire. Ho sempre pensato che la devastazione dell'anima mi distraesse dalle sensazioni del corpo. Invece forse chissà sono fatta che posso avere delle gravidanze anche con le beta basse.

Domani le ripeto e martedì la prima ecografia. Ed è prestissimo quindi può essere che non si veda niente ma che vada comunque tutto bene. Dice fidati del tuo corpo e delle tue sensazioni, se sta andando bene il tuo corpo lo sa.  Io ho troppe sensazioni per poter capire quale sia  quella giusta. NOn so se aveva ragione chi mi ha detto che desidero un figlio anche per recuperare il contatto con mia madre che se ne è andata all'inizio della prima , magari è vero e quelle sensazioni nefaste che sento sono il flashback di quello che fu, è il lutto che cova.
Fatto sta che ho ricominciato a rileggere le mail di quel periodo, in cerca del racconto dei sintomi e di un contatto con quella me che sentiva che tutto sarebbe andato bene e invece questa volta non ne è così certa.