14 March 2013

Elucubrazioni su 3,4,5 giorni di nido

Sottotitolo: Papadag non pervenuto e anche Mamadag minacciato
Intimamente e sinceramente disposta a volgere al nuovo, al bello, al sole... il problema è che mi sento fisicamente ed oggettivamente una ciofeca. Al momento reduce dal quinto o sesto piccolo ma invalidante malanno da quando il 2013 è tra noi. Come non bastasse, anche un maldischiena tutto nuovo, che quelli di prima si erano stufati di me ed hanno mandato il compare sconosciuto, ugualmente rompipalle, ma di diversa natura.
Intanto il tempo sta per scadere e tra due settimane o poco più mi ritroverò tra i banchi di un nuovo lavoro.




Tornare al lavoro
Questa vecchia conoscenza. Da una parte la contentezza e l'aspettativa del potermi ritrovare presto immersa in un contesto sociale, con interlocutori nuovi e... adulti ! Tante aspettative ed emozione. Dall'altra la malinconia che 5 mesi non siano del tutto bastati a fare quell'operazione di avanscoperta che mi sarei augurata più approfondita. E soprattutto un po' di timore per la logistica, la frenesia, la fatica di una vita con entrambi genitori lavoratori. 
Non che io come casalinga sia abbastanza brava da garantire un menage sereno e tranquillo. Anzi! Senza alcun dubbio con me tornata al lavoro, la casa godrà di più serenità, ordine e pulizia. Io sono una casalinga temibile. Ben venga per tutti che io esca e torni a fare qualcosa di costruttivo, fuori di qui. Eppèrò è stato semplice finora gestire questioni come Pistacchio febricitante che resta a casa dal nido, Pistacchio con visita dal pediatra, smaltimento di piccole commissioni.  E via dicendo. Tra poco invece si cambia assetto.

Per il piccolo Pistacchio, in apparenza, la routine non cambierà molto. Fin dall'inizio della (ri)vita francese ha frequentato il nido quasi a tempo pieno. Nonostante io fossi a casa inoccupata (prendo a prestito il termine da WonderDida), il chercheur ed io  non  abbiamo avuto nessuna esitazione nel prendere questa decisione, per una serie di motivi che sento il bisogno di elencarmi, ma ci metto troppo tempo e passione, dovrei quindi scriverne a parte. Anche perchè sto riconsiderando un pochino quella scelta.

Fino ad ora quindi nido per 4 giorni a settimana dalle 9.30 alle 17 circa. 
Restato saldo il Mamadag del mercoledì, di cui raccontavo poco fa, con la vita francese è saltato invece con mia sommissima tristezza il Papadag. Il chercheur non si è sentito di rompere gli schemi. Ora. Io sono una sostenitrice sfegatata del nido per i bimbi. Ho voluto che Pistacchio fosse inserito in una realtà collettiva. Non mi piaceva invece l'idea della nounou (la tata) che segue uno fino a 3 bimbi ed è molto comune qui (vista anche la difficoltà estrema di trovare posti in una struttura). Però per me 5 giorni di nido a poco più di un anno (e anche dopo) sono davvero troppi. Anche 4 veramente. 3 giorni mi sembravano l'optimum..

Sono giorni che mugino e rimugino sul fatto che purtroppo anche il Mamadag è a serio rischio di estinzione. Non mi hanno concesso un contratto al 80%, nè una sistemazione delle ore lavorative in modo da avere se non una giornata, almeno un pomeriggio libero - cosa che inizialmente mi avevano detto possibile. Invece alla fine ciccia, se voglio il mercoledì pomeriggio libero  posso averlo, ma devo usare le ferie.   Mi hanno anche fatto capire che è una concessione che mi fanno di cui dovrei essere grata. (Approposito dei modi e contorni della negoziazione, sono ancora in fase digestiva ed in mancanza di un metaforico Brioschi che sedi il malessere che sento dentro, è meglio che aspetti ad aprire il vaso.)

 Dopo lunghi dibattiti, il chercheur  -che invece di suo era sereno con una settimana piena di 5 giorni al nido per Pistacchio- ha accettato di riorganizzare la sua settimana lavorativa su 4 giorni e mezzo (lui che può) e restare a casa con Pistacchio il mercoledì mattina. Eventualità che a me non fa impazzire perchè significherà sì per Pistacchio la pausa che voglio mantenergli dal nido, ma nel contesto del solito via vai lavorativo per noi due genitori entrambi, che ci ritroveremo  in un solo giorno con doppie incombenze ed in fin dei conti il doppio delle cose da incastrare, da tenere in ballo, fatta eccezione per il tragitto casa-nido. Lui dice di preferire la garanzia di una settimana lavorativa di 5 giorni, io invece sarei più per un mercoledì ciascuno.

Bottom-line: mattino-papà pomeriggio-mamma è il massimo del compromesso che si è raggiunti. Con mio grande senso di disfatta nell'animo. Dunque, se questo sarà l'assetto -cosa di cui non sono ancora affatto convinta- significherebbe che lungo tutto l'anno userei 26 giorni di ferie circa (sono qualcuno in meno se -non- si contano le settiamne di ferie effettive). Resterebbero dunque altre 4 settimane e poco più di ferie. Considerando il fatto che il nido chiude 1 settimana a natale e 3 in agosto, le ferie se ne sono tutte belle che andate in programmazione-nido. Non resta quindi più niente in caso di Pistacchio malato. Penso che in quel caso sarebbe il chercheur a occuparsene. Inoltre fatta eccezione per le vacanze di agosto, viene a mancare la possibilità di fare altre ferie lunghe (meritate e utili come mi hanno insegnato gli olandesi, lo raccontavo un pochino qui)  Cosa che mi sta un po' strettina.
Forse sono abituata troppo bene.

Al momento abbiamo deciso che prenderò i mercoledì pomeriggio di ferie fino all'estate e poi valuteremo come sono andate le cose ed aggiusteremo il tiro. La mia soluzione, maturata a fatica, perchè per il mercoledì volevo fortemente fosse tutto della mamma, sarebbe quella di trovare una nounou, tata o babysitter, la si chiami come ci pare, per il mercoledì. Il chercheur non è affatto daccordo, ma io credo fermamente nell'importanza di una pausa dalla vita collettiva. E credo che 5 giorni siano davvero troppi. Ci credo per me dal lavoro, figurarsi per un bimbo così piccolo. Ritengo che una giornata di uno ad uno a spezzare il ritmo della settimana sia fondamentale e che possa salvare molte situazioni di troppa fatica e stanchezza che si possono accumulare. Nonchè un controllo sulle abitudini, la routine, il procedere della crescita e dell'educazione.


Oltre che fisicamente, in questo periodo mi sento anche parecchio abbattuta su questo fronte. Dovrebbe consolarmi pensare che se tutto va bene, questa situazione faticosa dovrebbe in teoria durare il mio primo anno di lavoro. Scaduto l'anno dovrei maturare il diritto di lavorare all'80%.  Sperém. (Si capisce che non mi fido?)

6 comments:

  1. Si, si capisce. e sono dispiaciuta pure io per la scomparsa del mamadag e papadag che mi sembrava una vera possibilita' di condivisione delle responsabilita' tra papa'e mamma invece che della abusata conciliazione che sembra sempre sulle spalle delle donne. Meno male che il chercheur e' flessibile. Noi siamo in una situazione diversa, con me a casa,ma inizieremo il nido per la belva (2 giorni la settimana a settembre). Costi spaventosi,ma penso ne valga la pena, per la lingua e per appunto l'importanza della socializzazione. Vedremo poi in futuro quando potro' lavorare che succedera'.

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  2. he Fede, hai colto quel che mi preme: vera condivisione. Mi accorgo che non mi basta quella che ritengo abbiamo stabilito tra le mura di casa (fin esagerando direi). Sento il bisogno di farne una questione quasi politica. Tu mi capirai suppongo. E per fortuna mi ritrovo un marito *sensibile* al proposito. Mi rendo conto ora quanto non avrei tollerato altro, quando non è che ci abbia fatto troppo caso prima (vedo bene come i matrimoni possano andare a scatafascio).

    Poi lascia che mi si sciolga il groppo sulla questione e quando magari riuscirò a scrivere di più, avrò bisogno della tua spalla solida e femminista.

    Condivido le motivazioni per cominciare col nido e sarò felice di leggere i racconti ;)
    Ma quanto vi fermate ancora? O del domani non c'è certezza?

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  3. Guarda, sappiamo di certo che saremo alpaesello tra gli amish fino a giugno 2014, poi chissa'.A proposito di femminismo/condivisione nella coppia, secondo me nulla come un figlio -per motivi anche ovvi e buoni- ti fa piombare in un intricato viluppo di domande su equilibri nella coppia, organizzazione domestica,etc.
    Volevo scriverci qualcosa, appena ho tempo...

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  4. resto in paziente attesa .)

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  5. mi è venuta voglia di condividere con te un po’ del mio menage, non perché possa offrirti una soluzione...ma forse almeno potrai consolarti
    2 bimbi (età: 1 e ½ e 3e 1/2), 5 giorni su cinque sono a nido/materna dalle 8.30 alle 16 ...poi al pomeriggio c’è la baby sitter e/o la nonna...finalmente alle 19 rivedono i genitori. noi poveri comuni mortali “ricattati ” dal sistema che dopo lauree e specializzazioni /master...accettiamo di stare fuori casa 10-11 ore al giorno (tragitto di 1 ora + 8 ore di lavoro +1 ora OBBLIGATORIA di pausa pranzo – no comment -) per portare a casa un misero compenso...speso in gran parte per pagare chi si prende cura di loro al nostro posto, vivendo male e con sensi di colpa grandi quanto una casa...e solo per “mantenere” un posto a cui se rinunciassi per 2-3 anni (tempo che avrei voluto/dovuto dedicare solo a loro) saperi di aver rinunciato per sempre
    ...ecco la situazione è così triste che mentre ti scrivo ho voglia di mandare tutto all’aria...am mi manca il coraggio di ritrovarmci con 1 solo stipendio una casa e 2 bambini....forse però ritroverei qualcosa che appena immagino, di cui conosco solo l’odore...la gioia di prendermi cura dei miei due gioielli

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  6. Ciao Paolina,
    ti ringrazio per il commento e mi dispiace molto per la tua insofferenza-sofferenza-insoddisfazione. Immagino la fatica.
    Purtroppo il tuo racconto non mi consola. Mi spiace se il mio sembrerà un protestare stridente e da persona *viziata*.

    Io so che un'altra vita è possibile ed era la mia, al momento soffro a ritrovarmi in questa. Ho, abbiamo, fatto fagotto diverse volte. Siamo anche fortunati, lo so, ma al prezzo di un nomadismo geografico e sentimentale che non solo garantisce questi privilegi (dovrei dire garantiva), ma ti assicuro fa anche parecchio male.
    Ora come ora siamo soli (e pure senza diritti). Non possiamo contare su NESSUNO, non famiglia, non nonni, zii, cugini. Non un solo amico. E quanto è difficile farsene.... non bastasse: non siamo nessuno per il sistema francese. I diritti maturati in 4 anni di lavoro (e contribuzione, anche se con un regime fiscale speciale) non si trasferiscono qui in Francia. Almeno per quanto ne so io. Sarebbe bello il contrario visto che l'unione europea è una realtà ormai. E per esempio per quanto riguarda il sussidio di disoccupazione qualche accordo c'è.

    Ti faccio grandi in bocca al lupo per la tua situazione. Ti auguro soprattutto tanto, tanto coraggio, perchè secondo me è quello che più aiuta :)

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova