02 December 2005

Sono troppo avanti... (non io, i francesi)


Che brutta febbre!









Il mio rapporto con la burocrazia francese non è dei migliori. A volte, ecco, mi lasciano un po' spiazzata...

C'è stata la volta che volevo iscrivermi all'ANPE (In Italia lo si chiamerebbe ufficio di collocamento). Mi dissero che per iscrivermi all'ANPE e usufruire dei servizi offerti dovevo preventivamente risultare iscritta all'ASSEDIC. L'ASSEDIC deve essere un po' come l'Inps italiano, se, ancora una volta, ho capito qualcosa di come funzionano le cose in Italia. E allora mi presento all'ASSEDIC e seguo la snella ed efficiente trafila burocratica: appunto perché voglio iscrivermi all'ANPE. Qualche giorno dopo ricevo una lettera dell'ASSEDIC che mi informa che la mia domanda di sussidio di disoccupazione non può essere accettata. Eh? Io non ho chiesto nessun sussidio.
Con un'amica italiana francesizzata da più tempo, arriviamo a concludere che deve essere la prassi, che avranno delle lettere standardizzate da inviare a chiunque si iscriva. Ed è vero che in generale chi si iscrive lo fa perché ha perso il lavoro e chiede un sussidio. E per averlo deve dimostrare che sta attivamente cercando un lavoro frequentando l'ufficio di collocamento. E quelli al primo impiego? Bho, insomma, mi arrendo... ho ricevuto una risposta ad una domanda che non ho fatto, pazienza.

Un'altra volta è il turno dei miei titoli di studio. Ho bisogno di sottoporre al rettorato i miei titoli per ottenere il riconoscimento del mio livello di studi. In francese suona come attestation de niveau d'études. Mi avevano già spiegato che non mi riconosceranno mai un diploma francese al quale il mio possa equivalere. Pace. Il sistema è parecchio complesso (almeno per chi come me non lo conosce), non è che uno è laureato, masterizzato o dottorato e basta, ci sono un bel po' di altre sfumature riconosciute. E il livello di studi viene espresso, appunto, in numero di anni di studio dopo il bac (la maturità)... 'studi superiori' li chiamano loro... (sarebbero gli anni di università). Quindi uno può avere un livello bac+2, un altro un bac+3, etc... Insomma avevo bisogno che mi dessero quel numerino dopo il bac. Benissimo. Raccolgo diplomi, li traduco, me li faccio bollare e ufficializzare dal consolato italiano, prendo appuntamento al rettorato per un colloquio con questo omino della burocrazia. Eccezion fatta per il mio anno di master appena ottenuto, per il quale l'omino mi sconsiglia di fare una domanda di riconoscimento, chè sa che complicherebbe le cose, che ho poche chances di ottenerlo e io ho una certa urgenza... arripazienza, mi dico... (cioè, insomma... ma che ci vuoi fare?)... a parte questo, dicevo, tutto va come si deve e me ne torno a casa in attesa di ricevere la mia brava attestation de niveau d'études.
Qualche giorno dopo mi arriva a casa una bella letterina, che appena comincio a leggere sbianco e mi agito. Praticamente mi rifiutano l'equivalenza del mio titolo di studio con un qualche diploma francese. Non è possibile, non si può, mi scrivono. E certo che lo so: per questo son venuta da voi a chiedere il bac+n e non un'equivalenza ad un qualche altro diploma. Io non ho chiesto nessuna equivalenza. Ma allora è vizio! Per fortuna in fondo, in fondo alla pagina (fitta, fitta... standardizzando, standardizzando, ne hanno sprecato però di inchiostro...) viene riportato un, quasi indifferente, buttato lì a caso, riferimento al fatto che comunque i miei anni universitari me li riconoscono. Va bene, Squa, non stare a cavillare, il tuo bac+5 te lo hanno dato, passa oltre.

Sono passati un paio d'anni da allora, ma forse non mi sono ancora adattata...
L'altra mattina mi arriva una lettera, dell'ASSEDIC giust'appunto. Non so se capisco bene al primo impatto cosa sia... comunque lo intuisco, mi fido della mia intuizione e mi ripropongo di compilarlo quanto prima (insomma come spesso mi capita...rimando la faccenda al giorno dopo). E' un formulario da riempire e spedire, o consegnare all'ufficio più vicino. Fin qui almeno ci ero arrivata.
Stamattina mi metto finalmente a compilarlo...
A mia discolpa ed attenuante (sia del ritardo, sia delle mie capacità di concentrazione nell'interagire col formulario medesimo) devo dire che mi sono appena rimessa, e non del tutto, da una cinque giorni di inferno febbrile. Non ho ben capito i perchè e i per come, comunque è stata un'influenza legata alle vie digerenti... risparmio i particolari... associata a febbre... Nonostante il termometro acquistato appositamente per l'occasione si ostinasse a ripetere che la mia temperatura ascellare fosse di 35,6 gradi celsius. Ero calda porcapaletta, ero molto calda ed avevo la febbre e tutti i lamenti e deliri e gli io-io-io che ho prodotto erano dalla stessa, in qualche modo, giustificati. Ecco.
E, per inciso, i termometri a mercurio non sono più in commercio... che tristezza, ho già nostalgia... E poi che inaffidabilità questi termometri digitali! Uno scandalo!!

Quindi stamane cercavo di compilare 'sto caspita di formulario. A fatica devo dire... mica capivo bene cosa mi chiedeva. Ed è strano perchè, per esempio, pure la dichiarazione dei redditi in Francia è una passeggiata (ma magari per me che non ho nulla da dichiarare). E un po' già tremo, oddio mi toccherà mica andare a chiedere informazioni?!
Che non è per le file o cose così... chè si può dire tutto (e io lo dirò) dei cuginetti d'oltralpe: che sono arroganti, assolutamente privi di senso dell'umorismo, snob nel senso letterale del termine*... ma non si può proprio dire che non siano efficienti. E, a proposito di code, giuro che lì dove c'è burocrazia (almeno nelle mie esperienze) non c'è mai la fila. Quasi mai, lo giuro!
Prima credevo che la mia difficoltà di interazione con la burocrazia francese, derivasse dal fatto che (per eccesso di caratteristiche analitiche che mi sono proprie) andavo cavillando su tutte le norme e casistiche annesse che avevo letto o sentito... e loro sono così efficienti che ogni domanda (dentro o fuori dal quadro) li infastidisce, semplicemente.
Ora sono più propensa a credere che ho delle difficoltà perchè non ci arrivo proprio (anche aldilà delle linee di febbre, che manco mi vengono riconosciute!).
Sono efficienti, loro, io un po' meno...

Morale della storia... morale? Diciamo bilancio della cosa... una quasi mattinata a mettere insieme documenti e giustificativi (ma si dice in italiano?) richiesti a complemento del formulario, per infine rendermi conto che quel formulario non mi riguarda...
Perché, in un barlume di lucidità, mi accorgo dell'oggetto del formulario riportato, ehm, sulla prima pagina. Non mi suona niente questa allocation de solidarité specifique... solidarité?? perchè solidarité? Cerco su google e in un clik è chiaro, ultra chiaro, che mi invitano a fare una domanda che non verrà mai accolta... non rientro nei parametri. Cioè praticamente mi inviano un formulario per fare una domanda che dovranno rifiutare. Ma cos'è? Ci godono a dire no? Ma perchè non si fanno i fatti loro...
Che poi per carità, non vorrei mai sembrare un'ingrata... si sta comunque parlando di un sussidio che lo Stato francese nel suo splendido funzionamento (sono serissima) può (ancora) permettersi di offrire ad un disoccupato. E poi, andiamo, in fondo sono qui a lamentarmi di un servizio... sono io che dovevo concentrarmi un po' di più.
Però, cioè, io sono febbricitante, mica deficiente (o si?). Avrei gradito di più, almeno nelle mie circostanze, al limite, essere informata che esisteva quella eventualità... Perché se prima mi bacchettate perché non mi fido della vostra efficienza... e poi quando arriva il formulario io mi prodigo ciecamente nel compilarlo, e poi scopro quello che scopro... insomma mi vengono a mancare delle certezze. E' un po' un doppio vincolo questo...
La morale è quindi che (soprattutto quando sono febbricitante) sono autorizzata a dubitare della loro efficienza... E a ricordarmi che può succedere che rispondano a domande che non ho fatto e soprattutto che mi suggeriscano di fare domande alle quali dovranno rispondere no.
E' che, loro, sono troppo avanti, ma proprio nel tempo... standardizzano tutto ed anticipano le tue mosse, allo scopo (credo) di poter continuare ad essere efficienti. Ma una ci rimane male...


Ehm. Siccome, per forza di cose, mi capiterà spesso di parlare di Francia e di francesi... E in più qua ce n'è parecchi che l'italiano lo masticano, ma insieme all'italiano non sempre hanno assorbito un po' di senso dell'umorismo... Ci terrei a sottolineare che, insomma... c'est pour parler, si scherza... io rispetto molto questo paese e gli voglio anche bene! E se non dovesse bastare...
Vive la République, Vive la France!!

Voi italiani penserete che sto esagerando, ma io non so, non so se conosco bene i miei galletti, ma non si sa mai...




* proprio da vocabolario francese, direi...
Snob: Il se dit de Celui, de celle qui est atteint de snobisme.Snobisme: Vanité de ceux qui affectent les opinions, les manières d'être et de sentir qui ont cours dans certains milieux tenus pour distingués.

ehm...
Vive la République, Vive la France!!

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova